Bruce Gordon Munro

Il 19 del mese di luglio è improvvisamente mancato andandosene mentre dormiva Bruce Gordon Munro.  Ruspante seconda linea di oltre due metri che aveva giocato in Italia, verso la fine degli anni ’70, prima con la squadra di Casale sul Sile, trasferendosi poi a Treviso ed infine a Mogliano Veneto. Bruce Munro arrivò a Casale per disputare il campionato nella stagione 1976-77,  insieme al giocatore di terza linea Greg McGee.   I due però non potevano essere più diversi… Come McGee era un raffinato intellettuale che passava le giornate libere a visitare le gallerie d’arte di Venezia ed oggi è un affermato scrittore e autore teatrale, così Munro era davvero sanguigno e ruspante ed occupava il tanto tempo libero extrarugby a fare il manovale o il contadino sui campi di Sambughè in provincia di Treviso.  Quando arrivò in Italia aveva con sè un paio di scarpe da rugby, ma non quelle per la vita di tutti i giorni.  Aveva infatti piedi enormi, alcuni dicono portasse il numero 54, altri il 56, di certo si sa che il problema venne risolto con un po’ di fantasia da Dino Menegazzi, anima del rugby casalese, che lo portò al consorzio agrario e lì trovò un paio di stivaloni di gomma di idonea misura che Bruce  portò ovunque per un anno…    In quegli anni in  molti casi, ai giocatori stranieri che arrivavano in Italia venivano offerti un volo di andata e ritorno, vitto e alloggio, uno stipendio da operaio e una macchina per spostarsi.   A Bruce venne data una Fiat 850.    Solo che essendo alto m. 2.03 non ci stava…  Allora senza perdersi d’ animo tolse il sedile davanti e la usò guidando tranquillamente dal sedile posteriore…  Anche al termine della sua carriera sportiva Bruce conservò forti legami con il nostro Paese, tanto che egli che pur era neozelandese di nascita, risiedendo in Australia nei dintorni di Brisbane, accolse di buon grado i Petrarchi quando nel 2003 si recarono appunto a Brisbane per partecipare ai Rugby Golden Oldies, dimostrandosi un’ ottima guida della città per quegli ex-giocatori bianconeri con i quali si era spesso confrontato sui terreni di gioco.    Egli resterà per sempre nei cuori di quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato sia come atleta che come uomo.                         Ciao Bruce che la terra ti sia lieve.

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